Montevecchio mines are one of the best preserved mining parks in Europe.
Galena
Sfalerite
Blenda
Quarzo
Zinco
Argento
Calcite
Il prete Giovani Antonio Pischedda ha scoperto i giacimenti minerari. Ispeziona la zona di Guspini e nel 1842 gli viene concesso il permesso di estrarre 25 tonnellate di galena. Due anni dopo conosce Giovani Antonio Sanna, che diventa il padre fondatore della Società Mineraria per l'Estrazione del Piombo di Montevecchio. Sapeva che l'attività mineraria era un affare affittabile e iniziò a sfruttare il deposito. Nel 1848 il re Carlo Alberto concesse all'azienda una concessione per lo sfruttamento dei giacimenti minerari. Nel 1865 la miniera contava già 1100 operai ed era considerata la miniera più importante del Regno di Sardegna. L'uso di tecnologie minerarie all'avanguardia, alcune delle quali provenienti dall'estero, le ha rese una delle miniere più avanzate. Tra questi il compressore Sullivan da 220 cv della miniera Sant'Antonio, arrivato in kit di costruzione nel 1903 e assemblato in loco. Un motore a carica dotato di due gabbie consentiva il trasporto di minatori e minerali. L'impianto di lavaggio del minerale inaugurato nel 1877 fu intitolato al principe sabaudo Tomasso, e fu tenuto aggiornato durante tutti gli anni di attività della miniera. Ha raggiunto il picco di 1200 tonnellate al giorno in tre turni. La miniera ha continuato il suo sviluppo fino al 1991, quando l'ultimo pozzo è andato fuori servizio. Oggi il parco minerario è aperto al pubblico.
Durante tutti i decenni in cui la miniera è stata attiva, sono avvenuti molti cambiamenti: il paese si è ampliato, diventando uno dei siti minerari più importanti d'Europa. Il piccolo quartiere si è trasformato in un piccolo centro con ospedale, scuola, ufficio postale, cinema e numerosi uffici amministrativi. Con la chiusura della miniera, il villaggio è stato abbandonato. Oggi nel borgo vivono solo 400 abitanti.
L'estrazione di minerali nella zona di Montevecchio risale all'epoca fenicia e romana. Tuttavia, lo sfruttamento industriale iniziò nel XIX secolo e durò fino al 1991. Le condizioni ben conservate delle macchine rendono unico questo parco minerario. Il pozzo San Giovanni, ad esempio, contiene alcune attrezzature utilizzate per l'estrazione del minerale. Questo pozzo è profondo 200 metri e collega sei gallerie sotterranee.
Montevecchio è uno degli otto siti minerari che compongono il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, ufficialmente riconosciuto nel 1997 dall'UNESCO.
Le miniere di Montevecchio, insieme ad altri sette siti minerari, fanno parte del Parco Geominerario della Sardegna e sono sede di sagre, fiere ed eventi culturali. Il paesaggio, inoltre, è perfetto per chi ama la natura e l'escursionismo, percorrendo i sentieri dei vecchi minatori e, con un po' di fortuna, per avvistare i cervi sardi.
La natura si è impossessata di Montevecchio. La città fantasma è oggi un luogo adibito a scopi culturali e le miniere sono diventate un luogo di interesse storico.
Nelle vicinanze delle miniere di Montevecchio troviamo quella che gli abitanti chiamano “Tomba del Gigante”. Gli archeologi hanno trovato una tomba a galleria megalitica, costruita durante l'età del bronzo. Queste tombe collettive si trovano in Sardegna, con più di 800 tombe segnalate.