A Gadoni, tra le Barbagie di Belvì e Seui, si trova un gioiello di archeologia industriale, millenni di storia mineraria, dal Neolitico all'età moderna.
Qui i nuragici estraevano la componente essenziale del bronzo, che fondevano a formare statuette, utensili, gioielli e armi.
Il primo ad avviare ricerche per scavi e colture fu lo spagnolo Pietro Xinto. Le gallerie romane furono scoperte dagli esploratori alla fine dell'Ottocento, mentre la "vera" attività industriale ebbe luogo all'inizio del Novecento. La moderna "età del rame" ha visto aziende spagnole, belghe, francesi, italiane e persino americane svolgere un ruolo di primo piano per la maggior parte del secolo. Nel 1915 la concessione fu assegnata ad una società francese, che fece cospicui investimenti per l'ammodernamento dei sistemi minerari e la realizzazione di una laveria meccanica, divenuta pienamente operativa nel 1920 con le prove del sistema di flottazione per la lavorazione di minerali misti.
Lungo la strada verso l'ingresso della miniera si incontra il paese, con abitazioni a schiera e servizi, dagli uffici alla mensa, dalla chiesa alla scuola, dall'infermeria al negozio, fino al palazzo direzionale prospiciente le strutture da una piccola collina.
Fin dalla preistoria fu protagonista della metallurgia mediterranea, e dopo i Nuragici il sito fu sfruttato dai Fenici e Cartaginesi, poi dai Romani: utensili, un lingotto e le spoglie di un minatore risalenti al L'età imperiale è stata trovata. Nel 1936 la miniera passò nelle mani della Società Anonima Funtana Raminosa, che contribuì a creare un villaggio minerario con una scuola, una clinica, un negozio e una cappella dedicata a Santa Barbara.
C'è un museo a cielo aperto e sotterraneo, visitabile su prenotazione, con macchinari funzionanti all'epoca all'avanguardia e ancora in ottime condizioni.
L'obiettivo era impedire la chiusura definitiva o, in alternativa, la riconversione degli impianti. Oggi gli ex minatori sono guide per farvi scoprire le miniere, aperte al pubblico nel 2020: armati di elmetti, potrete ascoltare le loro storie e visitare siti minerari con impianti di lavorazione del minerale, parte dei 150 tunnel, aperti- scavi fusi, la laveria conservata come era rimasta l'ultimo giorno di lavoro, la funivia, piccoli convogli ferroviari, pale meccaniche, trivelle, una miriade di strumenti, strumenti segnati dal tempo per ricordare il duro lavoro e frammenti di miniere storia che si susseguono attraverso le gallerie, come se il tempo si fosse fermato.