Il Montiferru è una regione storica della Sardegna centro-occidentale, Italia. Prende il nome dall'omonimo massiccio del vulcano spento, la cui vetta principale è il Monte Urtigu (1.050 m). Esteso per circa 700 km², il massiccio aveva originariamente un'altezza massima di c. 1.600/1.700 m, poi ridotta per erosione.
Quando il vulcano ha eruttato un'ampia varietà di lave tra cui basanite, hawaiite, fonolite, mugearite, benmoreite e trachite, oltre a piccole quantità di andesite basaltica e trachiandesite basaltica.
La fauna comprende il cinghiale, la volpe, la lepre sarda, il riccio europeo, la donnola minore, la martora, il raro gatto selvatico sardo, l'avvoltoio, la cornacchia, il falco pellegrino, l'upupa, la civetta, l'assiolo e altri.
Gli esempi di tali conflitti sono molti e sono state avanzate diverse ragioni sulle cause di questi conflitti e si basano su controlli strutturali di diversi governi.
Le rocce del Montiferru sono i resti di un complesso vulcanico estinto, che copre un'area di circa 400 chilometri quadrati (154 miglia quadrate), attivo da 3,9 a 1,6 milioni di anni fa durante il Pliocene e il Pleistocene della storia geologica della Terra .
Si può partire da piazza Roma, il vero centro di Oristano. Poi ci spostiamo su strade secondarie, fermandoci per una breve escursione per visitare il Nuraghe Littu prima di attraversare Seneghe in auto dirigendosi verso la splendida cascata di Sos Molinos, quindi verso il paese di Santulussurgiu e proseguire verso l'area sacra di San Leonardo dove ci fermiamo per un sardo pranzo al sacco con formaggi, vino rosso e salumi locali. Presto ci sposteremo verso Punta Urtigu, la vetta più alta del Montiferru, dove ci ristoriamo dalle acque sorgive locali e una vista meravigliosa sulla pianura del Campidano.
L'economia è essenzialmente rurale, basata sull'agricoltura e la zootecnia. La flora spazia dalla macchia mediterranea della costa agli ulivi e alberi da frutto nella terraferma, fino a pini e querce nelle parti più elevate.